domenica 23 settembre 2012

Facciamo a meno di FIN 1° - Istruttori

La mia ipotesi, sin dai tempi del mio Sturm un(d) Drung, è che la federazione del nuoto sia inutile e di conseguenza sia anche inutile combatterla. Talmente inutile che basta ignorarla per passare oltre. Hanno sbagliato, hanno fallito, hanno imbrogliato, ma non c'è motivo per perdere tempo a quantificare la dimensione delle porzioni di colpa di ogni signolo dirigente. Hanno più colpa i tecnici o gli amministrativi? Chissenefrega!
Vorrei chiarire e approfondire, tramite una serie di articoli che trattano ciascuno dei campi d'intervento della federazione nel mondo del nuoto, queste mie affermazioni, partendo da questo post. Iiniziamo oggi un'analisi dei servizi della federazione ai suoi associati e alla comunità tutta.

La percentuale dei nostri ragazzi che avranno l'opportunità di vestire la maglia della nazionale una volta nella vita è di molto sotto lo zerovirgola, che questo avvenga o no infatti poco importa, parliamo di poche decine di persone contro milioni di praticanti lo sport del nuoto in tutta italia. Pochissimi avranno bisogno di un altissimo livello di servizio mentre tutti gli altri, come in vero settore di ricerca e sviluppo, dovranno recepire il meglio di ciò che discende dal "reparto corse". Secondo la nostra ottica, comunque, dai privilegi di pochi non deriva necessariamente il benessere di molti. La nazionale però serve all'Italia, e perchè no? E FIN in questo momento e solo per questo motivo, come dimostreremo, serve anche all'Italia... è l'ostacolo burocratico (vero sport nazionale) imposto dal CONI. Essere la porta per andare in nazionale è infatti l'unico vero requisito di questa federazione. Diamo a cesare quel che è di cesare. Chi volesse vestire il tricolore è obbligato a farlo attraverso FIN, non c'è altra via. Se uno fosse il più veloce nuotatore del mondo, più facilmente gli offrirebbero un passaporto diverso da quello italiano per farlo competere all'estero, piuttosto che farlo gareggiare per l'italia senza tessera FIN. I compari del CONI daltronde, si guardano bene dal riconoscere un altro ente in concorrenza con FIN, loro che, già normalmente, impiegano anni a riconoscere un'associazione anche quando non sembrano esserci conflitti tanto evidenti ai loro interessi...  ma non è interessante cambiare oggi questo rapporto Italia - CONI - FIN, quanto è invece doveroso comprendere meglio il valore delle attività federali per circoscrivere la sfera di interessi sterminata che si amplifica a partire da questo sontuoso e patriottico alibi.

Se l'elite del nuoto italiano, che è la più ristretta elite di sportivi rispetto al numero totale di praticanti di qualunque sport, con le sue attività rivolte al nuoto di eccellenza fa pubblicità, giustifica e certifica un enorme sistema di erogazione di servizi e disservizi che cuba milioni su milioni, vale la pena capire realmente quanto questi servizi siano indispensabili nella loro forma attuale? A me pare di si.


Inizierei con qualcosa al di sopra di ogni sospetto: il SIT ovvero settore istruzione tecnica. Un reparto dal quale dipende tutta la didattica dei corsi di formazione di istruttori e allenatori. Non voglio parlarne male, soprattuto non voglio parlarne male per forza e so bene che tanta gente che lavora nel settore è degna di merito. So però anche altre cose:

- non esiste nessuna normativa che obblighi un istruttore ad essere diplomato da FIN,

- il SIT non è depositario di nessun sapere segreto e che tutti gli argomenti della tecnica natatoria sono materia di libero scambio commerciale (libri, video... tutto si compra...),

- i tirocini che gli aspiranti istruttori fanno presso le piscine sono diffusamente una farsa,

- so ancor meglio che nulla come l'esperienza e la buona volontà fanno di un comune mortale un istruttore di nuoto.

Non sarà molto ma è un sapere di qualità!

Tanto per dire: sono anche capitato in piscine dove esponevano orgogliosi (credo) il logo Scuola Federale FIN autorizzata all'insegnamento di qualunque disciplina acquatica (nuoto, sincro, tuffi...) dove a mala pena la struttura poteva permettersi di ospitare un corso di acqua gym... questo a proposito della credibilità di marchi e titoli.

Per quanto ho visto, in giro, e non ho visto poco ormai, piuttosto che continuare così tanto vale lasciar stare. Chi fa l'istruttore oggi? Lasciando da parte le generazioni passate che ancora si trovano a bordo vasca e che hanno dei backgrournd tra i più variegati e pittoreschi, alla faccia di ogni SIT, oggi compaiono per lo più dei giovani con livello culturale medio alto, diplomati, laureati e laureandi. Questi ultimi non hanno bisogno d'altro che delle linee guida e delle dritte su cosa e dove cercare le informazioni che gli servono. Fanno volentieri e meglio a meno di spendere tempo e soldi dietro a un sistema formativo che a oggi non ha dimostrato nulla di imperdibile... fino a prova contraria... e sono anni che la cerco.

Chiaramente, non si può destrutturare del tutto una funzione come il SIT e sostituirla con l'anarchia, ma una valida alternativa, più leggera e meno dispendiosa per tutti non è difficile da immaginare.
Potrebbe esserci un ente di certificazione che verifica che il soggetto volenteroso non sia manifestamente incapace di intendere e di volere e che sappia nuotare i quattro stili da agonista e non come se ne vedono... La teoria può benissimo stare su una piattaforma condivisa (web) dove ciascuno attinge, scambia e propone... fermo restando che estistono fior di manuali in giro per il mondo... e che per il livello "istruttore" non c'è davvero nulla da inventare. Nè più nè meno.

Possiamo girare in tondo quanto vogliamo ma nessuno è in grado di dimostrare che per iniziare a fare l'istruttore di nuoto serva più di questo: saper nuotare, saper leggere, volerlo fare, farlo.

La cosa più vergognosa oggi, a mio avviso, riguardo agli struttori FIN, le scuole FIN e la FIN stessa è che in tutto questo finto obbligo di certificazioni autoreferenziali FIN non costringa le scuole con il proprio marchio ad un trattamento economico adeguato verso i propri diplomati istruttori. Un evidente conflitto di interessi da parte della federazione che prendendo soldi da entrambe le parti si astiene dal mettere becco. Un motivo in più per ritenere inutile e degradante un certo pezzo di carta e un certo marchio.


8 commenti:

  1. Prendo 8 euro lordi l'ora e qualcuno dice che sono fortunata... Mi sembra di aver capito che secondo te non serve il diploma di istruttore per insegnare, ne sei proprio sicuro? La piscina dove insegno è fin e in effetti su otto persone siamo abilitate solo in due.

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  2. L'unica figura del nuoto vagamente istituzionalizzata è quella dell'assistente ai bagnanti, ovvero il salvatore, per il quale è obbligatorio un titolo... il resto è pura libertà. Pur esserendo figure professionali molto delicate, anzi è addirittura improprio definirle "professionali" allo stato attuale in assenza di un riconoscimento e di una tutela, ognuno può fare un po' come gli pare... e allora tanto vale. E' molto più semplice la posizione dell'istruttore rispetto a quella dell'allenatore, comunque, ma le conclusioni sono pressochè identiche e ne parlero in seguito.

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  3. concordo con l'analisi dettagliata che hai fatto e l'allargherei anche agli assistenti bagnanti, dato che io presi il brevetto nel 1979 dopo 4 mesi di corso con lezioni trisettimanali e rinnovo annuale conc ertificato medico ed incontro di aggiornamento mentre ora stante la concorrenza di altri enti autorizzati al rilascio, i corsi durano 4/5 weekend, in acqua si passano mediamente meno di 5 ore in totale e il rinnovo è triennale.
    Giancarlo - Mantova

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  4. Se scrivi a Del Bianco, responsabile nazionale SIT, raggiungi il massimo responsabile della formazione italiana. Come tutti gli indirizzi federali roberto.delbianco@federnuoto.it direi proprio sia il suo email.
    Non scrivergli in inglese o peggio ancora in tedesco, visto che non li conosci. Continua con l'italiano.
    Non risulta che messaggi di Ortobene siano mai stati recapitati al SIT

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  5. Se scrivi ad un politico avrai una risposta politica. La stessa politica che negli anni '80 quando venne trasferita alle regioni la competenza sul turismo, si mise di traverso. Mi spiego meglio: fra le varie competenze passate dalo stato alle regioni c'è anche quella della regolamentazione delle "discipline nautiche", cui possono riferirsi anche le discipline natatorie per estensione. Di più, è di quegli anni allegato proprio a quella legge quadro il riconoscimento definitivo della figura istituzionale del maestro di tennis e del maestro di sci. Se interessi politici federali (= tenersi buoni gli enti di promozione) non si fossero messi di traverso, la Fin avrebbe potuto in alcune regioni se non in tutte porsi come esclusiva sussidiaria per quanto riguardava il rilascio delle abilitazioni, così come la FISI per lo sci e la FIT per il tennis. Casualmente, un rappresentante dell'UISP siede in consiglio federale dal 1984...
    Del Bianco è arrivato in federazione dopo e per quanto postesse o volesse fare, si è trovato con le uova rotte e la frittata già fatta...

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    1. Giancarlo quello vicino a quello di Mantova1 ottobre 2012 alle ore 12:33

      nessuno ha scritto a Del Bianco e tu "Giancarlo" non lo conosci da quanto leggo.

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  6. Anonimo delle 4.36, non ho nessun motivo per recapitare nessun messaggio al SIT. Mi piace poter teorizzare e valutare delle soluzioni che possano bypassare il più possibile il carrozzone esistente. Che comunque sta li come punto di riferimento ed è giusto discutere anche di quello. Non possiamo far finta che non esista. Ma nemmeno siamo così ingenui da perderci nell'inutile polemica contro l'apparato burocratico, così come nemmeno tanto di primo pelo da non aver mai incontrato un certo livello di competenza. In qualunque lingua e su qualunque argomento spocchia, superficialità e nozionismo si esprimono nel medesimo stile e sono la firma di un prodotto di bassa utilità. Preferisco essere propositivo, pensare diverso, oltre e senza. Chissà mai che non ci si riesca. Non so, spiegami cosa dovrei chiedere a Del Bianco e cosa potrebbe rispondermi... E che importa chi lo conosce e chi non lo conosce? Qua si parla del "Fare a meno..." non dell'aggiustare, del mediare o del credere. Quello che una certa fetta di nuoto italiano, evidentemente quello più istituzionalizzato, tarda a capire è che la maggioranza del movimento si sia ormai idealmente mossa altrove, in cerca di altro, ormai stufi, e da un bel pezzo. L'ultima cosa che mi ha fatto davvero "cagare", se mi passi almeno il francese, è stato l'invito a un seminario inutile da 250 euro tenuto da una associazione neo-costituita che vorrebbe accorpare tutti i gestori di impianti per spiegarci che forma societaria preferire e quali obblighi di legge rispettare. FIN pubblicizza i "servizi" di terzi che dovrebbe erogare gratis essa stessa agli associati nella forma e nella sostanza di informazioni di base e di comune utilità, dato che stare in FIN costa bei soldi, e vorrebbe essere ancora un riferimento credibile?
    Eniuei, qua chiunque è libero di intervenire, Del Bianco compreso, anche solo per correggere gli errori di tedesco e di inglese, a me fa piacere...

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  7. E invece ti sbagli perchè io Roberto Del Bianco lo conosco eccome, e puoi fare pure a meno di virgolettare il mio nome perchè è proprio il mio e ti aggiungo anche il cognome
    Giancarlo Bernardoni

    visto che qui abbondano quelli che si chiamano Giancarlo...

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Chiunque può scrivere qualunque cosa, meglio di così?